Aprile 2020
Lo stato d’attuazione del Patto dei Sindaci all’alba del target 2020
Il Patto dei Sindaci è un’iniziativa della commissione Europea nata nel 2008 per affrontare il tema del riscaldamento globale e quello delle emissioni di CO2 a livello europeo.
L’Europa rappresenta il terzo emettitore al mondo di CO2, come evidenziato dagli studi elaborati dal Climate Watch Data, dati 2017:
L’obiettivo declinato a livello internazionale dall’IPPC prevede la necessità di mantenere l’aumento delle temperature della terra sotto l’1,5 gradi centigradi e per fa ciò sono però necessari cambiamenti radicali dei sistemi energetici, industriali e nelle varie infrastrutture per portare ad una riduzione delle emissioni entro il 2030 del 45% rispetto ai dati del 2010.
Dei 7913 Comuni italiani (dato ad agosto 2019), sono 4608 gli aderenti all’iniziativa del “Patto dei Sindaci”, cioè che si sono impegnati a realizzare un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (PAES) con obiettivi al 2020 o un Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile e il Clima (PAESC) con obiettivi temporali al 2030. Una adesione pari al 58% dei Comuni italiani.
Arrivati all’esito del primo obiettivo al 2020 ISPRA ha predisposto una indagine di adesione all’iniziativa con l’intento di offrire supporto ai decisori in merito alle necessità riscontrate e favorire così il coinvolgimento di un numero crescente di Comuni.
L’indagine evidenzia che l’adesione di comuni al di sotto dei 3.000 abitanti è piuttosto bassa 48% a fronte di comuni da 3.000 a 30.000 che tocca il 68%. Anche a livello di Patto i Comuni firmatari ad aver presentato almeno un monitoraggio (il 29%) scende di molto se consideriamo solo i comuni sotto i 3.000 abitanti (15%).
La conclusione a cui giunge il Rapporto ISPRA è che il monitoraggio di tutti i firmatari del patto, compresi quelli sotto i 3000 abitanti, avrebbe consentito di arrivare a calcolare circa il 6/7% in più di emissioni di CO2 ridotte, a far data al 2017.
Articolo redatto da Sigeambiente